Era stata una settimana da schifo.
Il lavoro da qualche tempo non funzionava e Laurent e il suo amico Sandro sapevano che la crisi non era momentanea.
La musica non era più un grosso affare come negli anni ’80.
Si erano conosciuti diversi anni prima a Valence, in Francia, dove lui abitava quando Sandro era capitato là per lavoro.
La loro conoscenza si era approfondita e alla fine avevano deciso di aprire insieme uno studio a Milano, dove abitava Sandro.
Lì aveva conosciuto una donna splendida decidendo alla fine di sposarla.
Il suo nome era Luissa, per tutti, “Lulù”.
Incredibilmente per tutti lui era Lau,, in italiano “Lo”. Per cui “Lulù e Lo”.
Alta, formosa, appariscente, disinibita… la donna che ogni uomo avrebbe voluto avere nel suo letto, insomma. E, in effetti, di corteggiatori ne aveva molti e in molti furono dispiaciuti da quel matrimonio.
Era stato un bellissimo periodo: viaggi, soldi, musica, sesso…
Laurent era decisamente appagato. E anche Lulù, se è per questo.
Ma quella era stata una settimana da schifo, appunto. I bei tempi erano volati, anche con Lulù.
Tra loro la passione irresistibile degli inizi aveva lasciato spazio alla routine e agli stanchi rapporti settimanali.
Non che avessero perso le speranze subito, anzi… avevano tentato diversi modi per riaccendere il fuoco come andare in posti diversi, farlo in situazioni intriganti e anche con l’adrenalina del pericolo, ma in effetti nulla sembrava più tornare come prima.
E, ovviamente, questo turbava molto Lau, che ci pensava sempre. Lulù era sempre splendida e non voleva rischiare di perderla.
La noia, si sa, è una brutta malattia.
Ovviamente ne aveva parlato con l’amico del cuore, Sandro, che era molto dispiaciuto e che, all’insaputa di Lalù, aveva pensato di aiutarli con qualcosa di davvero diverso tramite alcuni suoi amici che sapeva frequentassero alcuni “locali” non esattamente pubblici e dove poteva accadere di tutto.
Non si trattava dei classici Privè a cui ormai tutti avevano fatto l’abitudine, ma di qualcosa di, in certi casi, decisamente più “forte”, anche essendo a conoscenza che Luisa non era certo né una santa, né tanto meno bigotta o con falsi tabù.
Per cui decise di fare loro un regalo.
– Lau… – Sandro lo chiamò dall’altra stanza quel venerdì.
– Dimmi, Sandro. Che c’è? – La “R” di Lau non aveva perso la sua origine francese…
– Ho una sorpresina per te. Anzi, per voi. –
– Noi chi? Io e Lulù intendi? –
– Esattamente. Una cosa un po’ diversa, fuori dal comune, e che credo possa darvi una piccola “scossa” –
– Mon Dieu… che gentile sei. Come sempre. Di cosa si tratta? –
– Questo non te lo dico ora. Lo scoprirete a poco a poco se, come spero, accetterete l’invito. –
Così dicendo gli porse una busta in carta pergamena chiusa con un sigillo in ceralacca rossa.
Lo stupore di Lau nel vedere una cosa tanto insolita fu evidente.
– No. Non aprirla ora. Quando sarai a casa con lei. Ok? –
Disse Sandro che lo aveva notato.
– Va bien, Sandro… Mi hai incuriosito da morire, ma aspetterò. Tanto manca poco –
In effetti dopo mezz’ora chiusero lo studio e abbracciandosi si diedero l’arrivederci al lunedì successivo.
Lau saltò in macchina e corse a casa.
Entrò e trovò Lulù in cucina. Era decisamente uno schianto…
Stava preparando la cena. E fin qui nulla di strano. Ma il fatto era che indossava solo il grembiulino e un paio di autoreggenti con le scarpe col tacco, ovviamente.
Nient’altro. Nuda. La cosa, nonostante tutto, fece decisamente effetto a Laurent, che non l’aveva mai vista così.
Aveva anche una parrucca a riccioli biondi che a lei, mora, stava benissimo.
Tra l’altro (pensò), avendo Lu l’abitudine di farsi fare la ceretta integrale nessuno avrebbe potuto dire di che colore fosse lei naturalmente.
Era molto provocante e, forse per la situazione, forse pensando al regalo di Sandro, Laurent si sentì piacevolmente eccitato.
Si tolse la giacca e raggiunse Luna da dietro, sapendo che era quello che lei si aspettava.
– Ciao tesoro… Ma chi è questo gran figone? le disse mentre le afferrava i seni a piene mani.
Erano ancora un capolavoro. Le sue mani non bastavano a contenerli, tanto erano grandi, con i capezzoli che si stavano indurendo mentre lui li strizzava leggermente.
Lei strusciò le sue natiche sui calzoni di Lau e questo provocò un inatteso quanto piacevole calore e ingrossamento del suo sesso.
– Questo figone è Lulù la tua donna, la tua puttana, se vuoi. –
Queste parole di Lulù fecero effetto a Laurent che lasciò il seno di Lulù con la destra e scese verso il suo invitante culo… la mano percorse il solco delle natiche e si intrufolò tra le sue gambe, che lei, ora, stava allargando.
Raggiunse le labbra della sua passera, così piacevolmente lisce, le allargò e lentamente infilò un dito dentro quell’apertura già decisamente umida e che iniziò ancora di più a bagnarsi.
Lei, dal canto suo, con le mani dietro la schiena stava slacciando cintura e pantaloni a Laurent, fino a farli cadere a terra e già che c’era gli abbassò anche i boxer, prendendo in mano quello che fino a poco prima contenevano e stringendolo per indurirlo ancora di più.
Lo conosceva bene quel cazzo, è vero, ma ora le sembrava quasi che fosse quello di un altro, o forse dentro di sé lo desiderava.
– Che bello!… è duro! – disse lei, mentre la mano di Lau si unì alle sue.
– Metti le mani sulla cucina e spingi il culo più indietro… piegati bene, così… –
Le disse. E mentre lei lo faceva, lui glielo infilò dentro in un colpo solo, fino in fondo, quasi a toccarle l’utero. Decisamente era un bel po’ che non succedeva in modo così energico e lei lo sentì decisamente… quasi le tolse il fiato.
Laurent pensava alla donna che stava scopando senza rendersi conto che in effetti si trattava di sua moglie. Forse merito della parrucca?
Chi può dirlo… Il fatto è che per la prima volta dopo tanto tempo la sentì puttana e questa cosa lo fece eccitare. Troppo, direi… perché senza accorgersene arrivò al punto di non ritorno e, non riuscendo a fermarsi, le scaricò dentro un lungo fiotto di sperma.
Non era ciò che voleva. E non era neppure ciò che voleva Lulù, ovvio. Ma purtroppo accadde. Rimasero attaccati fermi per un bel minuto, senza sapere cosa dirsi, entrambi contenti ma non appagati completamente.
Ma non era la prima volta che non uscivano appagati da un amplesso.
Si mossero, cautamente, solo quando sentirono che qualche rivolo di liquido caldo stava cominciando a uscire dalla vulva di Lulù lungo le sue cosce.
– Scusami, Lulù non sono riuscito a trattenermi abbastanza. –
– Tranquillo tesoro., almeno ci abbiamo provato e per un po’ è stato quasi come ai vecchi tempi, magari la prossima volta andrà meglio. –
Si ricomposero. Lei andò in bagno a lavarsi per prima anche per mettersi addosso qualcosa poi tornò ai fornelli mentre Lau era in bagno.
Dopo aver cenato si sedettero sul divano e prima di accendere la TV lui le disse ciò che Sandro aveva preparato per loro, cosa che avrebbe fatto subito se non l’avesse trovata nuda in cucina…
– Sandro mi ha dato questa, stasera.. –
E così dicendo porse la busta di pergamena a Lulù che la osservò perplessa.
– Apriamola. Anzi aprila.. –
Le disse. Lei prese un coltello e fece saltare il sigillo. Dentro c’era un cartoncino, anch’esso in pergamena, con un angolo attraversato da una striscia rossa, come fosse un nastro. C’era scritto:
INVITATION
Monsixxx et Madame Guillefxxx
sont invités a la soirée qui se tiendra
le Samedi 15 Juin 2019 h. 20.00
au Restaurant Privée
« LA CANTXXX SURPRXXX
Lulù e Laurent si guardarono stupiti.
– Ma è domani! cosa sarà mai ? –
– E a me lo chiedi?… ne so quanto te! –
– Così elegante e scritto in francese… ma sarà gente che conosci tu? –
Disse lei.
– Non credo proprio… è tutta opera di Sandro. E non mi ha detto nulla fino a stasera!
E poi… la Cantine Surprise.
Mi sembra insolito e intrigante.
Ti devo confessare che mi sono confidato con lui per come andava tra noi due.
E lui, dopo un po’ di tempo, mi ha dato questo. Che facciamo ? –
– Sai benissimo che le cose intriganti mi attirano –
Sorrise …
– Per cui direi di provare. Nessuno ci proibisce di andarcene, se non ci va. Giusto? –
– Giustissimo. Allora andiamo, e vediamo che succede! –
@leonaLuissa
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bello, questo come gli altri. scrivi bene ! vedo che ti piace sperimentare e se vuoi ne potremmo parlare