(Racconto Erotico) Michaela. La ragazza rossa indimenticabile

da | Ott 27, 2016 | Racconti Erotici | 0 commenti

Da poco festeggiati i 22 anni ero fidanzato da 3. Come in tutti i rapporti col passare del tempo l’erotismo e la passione erano andati a farsi benedire e avevano lasciato spazio alla routine ed all ipocrisia. Erano ben lontani i tempi in cui con un misero scooter 50 ogni posto era buono per abbandonarsi alla passione, molte volte rischiando di diventare degli esibizionisti.

Erano lontani i tempi delle pecorine selvagge sulla sella dello scooter all’ombra del palo di una complanare, o del sesso anale in una grotta sulla spiaggia.

Ormai il massimo culmine di trasgressione era un meccanico pompino( su richiesta) mentre guidavo in circonvallazione. Odiavo doverlo chiedere e proprio per questo lei se ne cullava, mi costringeva ad aspettare fino a che con troppa voglia ero costretto a farlo. E li,storcendo la bocca, con la faccia quasi schifata, nemmeno apriva la cerniera,apriva la bocca e lo mettevo dentro (peggio di un buco). In quei momenti il nervoso e l’eccitazione si mischiavano, ed io in maniera animale praticamente scopavo la sua bocca fino quasi a non farla respirare. Con l’eccitazione al massimo, nonostante tutto, e suscitando il suo disappunto, imboccavo la complanare e mi fermavo, per finire ciò che avevamo iniziato. Non provavo nemmeno a nominare la parola “ingoio” era un favore in tutto e per tutto,se provavo a stimolare il clitoride per far godere anche lei diceva che le facevo male rifiutando.

Così, afferravo il capo e riprendevo a scopare la sua bocca ,con il solo intento di venire, molte volte forzavo un po’ e la stronza (che aveva l’apparecchio ortodontico) stringeva i denti provocandomi… Pazienza, sempre meglio di una sega sul divano di nascosto, soprattutto per me che impazzisco per il sesso orale.

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Quindi armato di pazienza lo continuavo a spingere nella sua bocca, con forza, fino a finalmente godere. Dispettosamente non riuscivo mai a centrare la bocca, anche perché la stronza non muoveva minimamente la lingua, e finivo per schizzarle anche un po’ i capelli e la faccia, oltre che i miei indumenti…
Una volta finito, passavamo Tutto il tragitto a litigare facendomi sentire un verme e lei sputava il mio sperma dal finestrino e quasi aveva i conati di vomito.
tutto quello era sporco, il sesso per lei era sul letto con me sotto e lei sopra, tutto il resto era solo una mia deviazione sessuale e quando all inizio lo facevamo era solo per farmi stare con lei.
Decisi quindi di lasciarla, libero finalmente, ero rinato. L’istinto cacciatore dell’uomo focoso che sono finalmente era rinato.

Poco dopo mi presentarono all’università una ragazza, rossa da impazire, come piaceva a me e tutti sorridevano, probabilmente perché avevano già parlato con lei, era tutto organizzato. In sua assenza un mio amico mi disse: “vai tranquillo fa dei pompini da urlo” accendendo in me già un certo pensiero.
Una sera settimanale come tante, ero in giro con gli amici, solite cazzate ad un tavolino. Mi arriva un messaggio:
“-Sono Michaela. Non trovo i miei amici sono appiedata, mi passi a prendere dal momó? “

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Avevo svoltato la serata senza nemmeno troppa fretta la andai a prendere,era sola che mi aspettava. Entrati in macchina non mi fece poi chissà quale bella impressione: puzzava di sigaretta e di alcool, e sembrava pure alticcia. Non voleva tornare a casa, la Troia, come previsto.
Misto tra indeciso, schifato ed impaurito per eventuale vomito nella mia macchina non sapevo cosa fare, per cui trascorse una noiosissima oretta abbondante di fronte al mare a parlare del nulla.
Era una ragazza carina, capelli rossi ricci ed occhi celesti; non era proprio in forma, era abbondante di seno e con i fianchi larghi( da afferrare e schioppettare a pecorina per intenderci). Nonostante non mi convincesse appieno, la vidi ad un tratto lanciarsi spedita verso di me, mi fiondò la lingua in bocca facendomi assaporare (come previsto) un misto tra alcool e sigaretta.
Ormai ero lì, e comunque avevo voglia più che di pomiciarmela,di svuotare un po’ le mie palle, magari in bocca visto che dicevano fosse tanto brava.
Quindi senza portarla troppo per le lunghe le chiesi se le andava di andare in un posto più tranquillo, del resto ci eravamo visti solo due volte e lei già era con la sua lingua nella mia bocca, per cui ero sicuro di non ricevere risposte negative.

Filó tutto liscio, finalmente eravamo imboscati ed io ero libero di sfogare tutte le fantasie accumulate. Non fu necessario nemmeno faticare più di tanto, pomiciammo per un altra decina di minuti, le tolsi la maglietta e le slacciai il reggiseno. Le sue belle tette prosperose ricaddero verso il basso e io subito mi ci fiondai, le palpavo, le leccavo e lei si eccitava spingendomi con le mani la testa.
Ricambiai il suo gesto, mi tolsi la maglia e la spinsi con la testa verso il basso, mi lecco piano piano i pettorali e scese… “Posso vero?!” Afferrò la cerniera, la abbasso liberando il mio cazzo dalla costrizione degli indumenti, mi guardò e sorrise. Sudavo freddo, la mia libidine era già al massimo così, dopo mesi di rapporti meccanici, vederla prenderlo in mano in quella maniera mi estasiava. Aprì la bocca e lo lecco, piano, delicatamente, dal basso stringendo sulle palle. Uno strattone e fece uscire là cappella, turgida, dura, pulsante, la sua lingua piano piano la leccava intorno ed io mi scioglievo attendendo il momento in cui lo avrebbe succhiato infilandolo tutto in bocca.

Vorticosamente cominciò a succhiarlo, piano delicatamente stringendo con le labbra la punta del mio cazzo nella sua bocca. Mamma mia come le piaceva, godeva a vedermi sussultare, mi guardava e sorrideva, mi parlava con gli occhi e la bocca impegnata. Decisi di metterci del mio, dovevo, la mia voglia di dominarla era tanta, la afferrai per i capelli e lei segui con il capo e la bocca aperta guardandomi maliziosamente. “Fino in gola” dissi e masturbandomi la schiaffeggiai col mio cazzo duro e continuai spingendoglielo tutto dentro fino a sentire l’ugola. Piaceva anche a lei, che senza problemi continuava a farò entrare appassionatamente. Ricordo che mi fissava mentre lo succhiava più forte quasi a chiedermi di venire ma io non volevo assecondarla. Ancora no. “Comandi tu” mi ripeteva sorridendo, e senza fermarsi mai.

Le mie mani ogni tanto scendevano verso l’interno dei suoi pantaloni, ma lei puntualmente me le spostava al di fuori: mi faceva palpare quel suo bel culo rotondo e grosso ma appena cercavo di entrare mi allontanava. Il che mi piaceva ed eccitava, un pó per testardaggine ma soprattutto perché nel frattempo per allontanarmi me lo ciucciava più forte stringendolo forte tra le dita. “Ho gli ospiti mensili mi spiace” le scappò dopo 30 minuti abbondanti di pompino, sorrisi e pensai che non mi sarei fermato lo stesso così. Lei continuava a succhiarmelo, palparmelo, leccarmelo, sputava e riprendeva la sua saliva mista al mio sapore continuamente e la cosa mi eccitava: mai provata nessuna eh con tanta dedizione non si stancava. Io mi fermavo, lo uscivo ogni tanto per evitare di sburrare e allo stesso tempo la trattavo come una schiava sottomettendola col cazzo in faccia.

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Rimisi le mani nei pantaloni, “No” mi disse ” é quasi finito ma non possiamo”. Le mie mani nel frattempo indugiavano sul suo culo, finalmente sentivo la sua pelle morbida e le sode natiche. Sentii l’assorbente, non mi schifai perché avevo altri piani, mi soffermai sul buchetto del suo culo.
Non opponeva resistenza, allora decisi, le misi le mie dita in bocca bagnandole copiosamente della sua saliva. Lei continuava a lavorare sul mio cazzo così io decisi di lavorarmi il suo ano: indulgiai pazientemente sull’ esterno rugoso e finalmente entrai, dritto con il medio. Le piacque,sorrise, strinse i denti sul mio cazzo e continuó imperterrita; io feci lo stesso, spingevo e stimolavo il suo ano avanti e dietro fino a sentirla godere. Ne approfittai, infilai l’anulare, più lungo dell’indice apposta per prepararla al mio cazzo. Approvava eccome, e la poca resistenza che avevo incontrato lasciava presagire che non era vergine dal secondo canale, spingevo facendole sentire le nocche sulle pareti e lei inarcando la schiena mi succhiava le palle.
“Usciamo non mi interessa se ci sporchiamo” Ordinai, senza ricevere un fiato di disappunto.

Era troppo bello vederla, a pecora, le mani tese sul cofano e il culo in alto pronto ad accogliere il mio cazzo. Preparai un asciugamano da mare che ho sempre in macchina (ci tengo a non sporcare i sedili) e numerose salviettine umide, ma era tutta scena, fosse stata meno troia l’avrei scopata nella fica nonostante il ciclo, cambiava poco visto che eravamo senza precauzioni.
Le abbassai i pantaloni, e le mutande, effettivamente l’assorbente era sporco, ma la vista di quel bel culo da inculare mi confondeva. Le allargai le natiche e da distanza le sputai sull’ano mentre sorrideva la troietta, feci colare la saliva sul mio cazzo e mi avvicinai al buco. “Ah sì “gemette”lo voglio tutto”. È così feci con un colpo di reni cominciai a incularla, illuminata solo dalla luce dell’abitacolo la sentivo gridare, con le tette penzolanti avanti e dietro.

Il suo culo schioppettava sotto i miei colpi, adesso lei si allargava le natiche con le mani ansimando come una maiala, era talmente porca che poco dopo la vidi masturbarsi la figa pelosa con l’indice ed il medio fino a schizzare. “Cazzo fai M.?!” Il suo godere riecheggiava tra gli ulivi “avevo voglia di squirtare, tu non ti preoccupare sburra!”.

Sarà stata ubriaca, sará stata davvero porca, non lo so, ma una cosa simile non mi era mai capitata, altre volte avevo visto squirtare le donne con me ma mai in questa maniera così animale.
Era tutta sporca, bagnata dei suoi umori, che erano caduti sui suoi pantaloni abbassati ed anche un po sui miei, ma io ancora non ero arrivato. La girai, le riprese a succhiarlo, volevo arrivare con timore le dissi “posso?!” All improvviso,dopo tutto ciò che avevamo condiviso mi era tornato un briciolo di pudore, forse la paura di stare nudo in mezzo alle campagne o la consapevolezza che tutto stava per finire. Non mi rispose nemmeno, prese a menarmelo con violenza, voleva mungermi come una mucca.

Apriva la bocca in attesa del mio sperma, poi lo rimetteva in bocca, io ero in tilt. Socchiusi gli occhi e finalmente mi liberai, forte, lo sentivo colare e venire giù. Quando riaprii gli occhi la ritrovai con la faccia tutta sporca di sperma che ancora lo conservava in bocca per farmelo vedere. Adesso lo sputa pensai, invece no, mi ripulì per bene la cappella, e raccimolato tutto ingoió! “Era tanto e ci credo,dopo tutto sto tempo che te lo meno!”

Prese le salviette, si ripulì le palpebre e le guance un po schizzate, cerco di ricomporsi un pó, erano le tre di notte e ci volle più o meno mezz’ora per rassettarsi “se mi vede mio fratello così” mi disse.

Decisi di non rivederla più, non mi piaceva la troppa disponibilità e la puzza di alcool e fumo, mi era piaciuto scoparmela ovviamente e proprio per questo mi feci fare un altro pompino veloce nel portone di casa sua. “Questa settimana ho casa libera il venerdì sera ” mi disse. Appena tornato a casa senza troppi complimenti la bloccai, col senno di poi, nei periodi bui l’ho ricercata ma ormai era fidanzata con un povero sfigato ignaro che la sua ragazza si è scopata mezza università

Autore: Sconosciuto

 

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