A poche ore dall’approvazione del “divorzio breve“, c’è chi si interroga sulle reali cause del fallimento delle unioni matrimoniali italiane. A finire nel mirino dell’esercito di separati e divorziati nostrani è proprio la monogamia, un tempo fondamento dell’istituzione matrimoniale stessa.
Per il 76% degli italiani e l’84% delle italiane – tutti tra i 35 e i 50 anni d’età e alle prese con una seconda unione – la monogamia non ha preservato il primo matrimonio dal divorzio e per molti ha rappresentato una delle cause del fallimento della relazione.
Dalla ricerca Marriage Preservation, condotta da AshleyMadison.com su un campione di 11.362 membri uniti in seconde nozze, emerge che il 79% degli intervistati si sia addirittura rivolto, senza successo, a un consulente matrimoniale nel tentativo di sanare le ferite inferte dalla routine all’intimità della coppia.
Il 51% riconosce, invece, i risvolti terapeutici che le “short stories” stanno portando all’unione attuale.
Piuttosto che ricorrere a un inutile divorzio, 5 coppie su 10 legate da seconde nozze scelgono di ovviare alle crisi coniugali integrando all’esterno gli stimoli necessari alla felicità e alla stabilità della coppia.
In passato l’uomo e la donna si accoppiavano liberamente con più partner – e ancora adesso in numerosi paesi per lo più non-occidentali. La natura, quindi, non c’entra.
Anzi, il comportamento dell’uomo sembra essere del tutto innaturale. Perché allora questa “fossilizzazione”?
Spesso non è l’adulterio in sé a divorare la coppia, ma i silenzi e la quieta convivenza perpetrati per tenere in piedi a tutti i costi un’unione barcollante. Ne è la dimostrazione il fatto che per salvaguardare la felicità della famiglia, si cerchino altrove stimoli, senza nulla togliere al profondo legame emotivo e al percorso con il coniuge.
Tradimento terapeutico, quindi? Il tradimento ha aiutato il 74% degli uomini e il 78% delle donne a salvare effettivamente il secondo matrimonio dal divorzio: per il 59% è stato utile spezzare la routine instaurando un diverso legame affettivo; per il 72% la scappatella ha sopperito alla mancanza di intimità e rapporti sessuali con il coniuge; per il 76% ha rappresentato un campanello d’allarme utile a riscoprire il valore autentico del legame con il partner.
Cade, dunque, il falso mito del tradimento rovina-famiglie: le coppie legate da seconde nozze, più consapevoli delle difficoltà e delle possibili “deviazioni” dal percorso matrimoniale, temono la perdita del legame emotivo con il partner più dell’avventura mordi e fuggi.
Anche se in maniera silente, le relazioni si sono reinventate. Donne e uomini hanno imparato a riconoscere liberamente i propri desideri e ad assecondarli. Provare attrazione fisica per qualcuno che non sia il proprio partner e decidere di frequentarlo non implica necessariamente la fine della coppia. Forse ne assicura la longevità.
Articolo originale : Il Lato Oscuro del Sesso (QUI)
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